- Rossana Gentile
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L’argomento “tappi” è sempre stato motivo di discussione nell’ambito vinicolo, soprattutto adesso che si sta andando incontro a variazioni del mercato e a notevoli progressi nello sviluppo di nuovi materiali alternativi.
Il sughero resta nell’immaginario collettivo sinonimo di tradizione e qualità: tutti concepiscono una bottiglia di vino con un bellissimo tappo di sughero, e quante volte togliendo la capsula si rimane delusi nell’osservare che è stato utilizzato un tappo sintetico? Ci si rovina quasi il magico momento dell’apertura di un vino. Peggio poi se in enoteca siamo stati attratti da una bellissima etichetta, ma poi il nostro sguardo si sposta verso il collo della bottiglia e…sacrilegio! ci accorgiamo che è tappata con tappo a vite. Questo dettaglio può addirittura farci orientare verso l’acquisto di un’altra bottiglia. Ricordo che proprio in una lezione in cui si spiegava la differenza tra i diversi materiali dei tappi una signora disse “Se la bottiglia ha il tappo a vite io sicuramente non la compro”.
Tutta questa indignazione sarà sensata? Proviamo a spiegare nel dettaglio quali sono le caratteristiche dei vari materiali da cui è composto un tappo, per capire se è quando può essere opportuno screditare un materiale piuttosto che un altro.
Il sughero naturale
L’abbiamo già detto, quello di sughero è il tappo di vino per antonomasia: se il vino è il capo saldo della nostra tradizione, il tappo di sughero è tradizione per il vino. I motivi che hanno reso questo materiale il perfetto sigillatore del vino sono l’impermeabilità e l’elasticità, che garantiscono alle pareti del tappo di aderire perfettamente al collo della bottiglia evitando il contatto con l’aria. Inoltre, le microporisità del sughero consentono piccolissimi e lenti scambi di ossigeno che permettono un’evoluzione adeguata dei colori, profumi e sapori di quel vino.
L’inconveniente principale del sughero è il temutissimo “sentore di tappo”, che a differenza di quanto pensano in molti, è causato dalla presenza di un fungo che attacca le radici della pianta e sviluppa lo sgradevole odore.
Al giorno d’oggi, a seguito di continui studi e ricerche che consentono di individuare la presenza dei tappi attaccati dal fungo prima che vengano utilizzati, è ormai raro trovarsi di fronte a questo tipo di problema, e molto spesso l’odore di tappo viene confuso (soprattutto da degustatori poco esperti) con altri sentori sgradevoli dovuti dalla cattiva conservazione delle botti o dal l’utilizzo di legni o di uve di scarsa qualità.
La traspirabilità del tappo in sughero resta comunque un aspetto fondamentale per l’affinamento di un vino importante e da invecchiamento, si può affermare allora che per questa tipologia di vini il sughero resta il materiale più idoneo.
I tappi sintetici
I tappi sintetici sono realizzati con materiali termoplastici espansi al caldo che vengono rivestiti da silicone per facilitarne l’inserimento. Tra i vantaggi del sintetico troviamo sicuramente la sterilità (non possono essere attaccati da muffe), la capacità di non sgretolarsi e di essere sufficientemente isolanti per garantire un’adeguata conservazione.
Tuttavia, nonostante lo sforzo delle industrie produttrici nel voler imitare la struttura del sughero, risulta finora impossibile raggiungere lo stesso tipo di porosità dei materiali naturali.
Detto questo, i tappi in silicone restano ideali per sigillare bottiglie di vino da consumare in gioventù come la maggior parte dei bianchi e i rossi di pronta beva. Comunque, al di la di tutti gli elementi che abbiamo analizzato, resta fondamentale scegliere prodotti di buona qualità, e questo vale per qualsiasi materiale si scelga.
I tappi in vetro
Secondo il parere di molti i tappi in vetro rappresentano la miglior alternativa al sughero per diversi motivi: il vetro è un materiale completamente sterile, per questo estraneo ad ogni tipo di contaminazione; realizzati con vetro temperato a 500° questi tappi sono resistentissimi, e la guarnizione in materiale neutro senza siliconi ne permette la totale ermeticità impedendo allo stesso tempo l’attrito con la bottiglia. In questo modo anche la strappatura risulterà facilitata, e poi il vetro è un materiale facilmente riciclabile e quindi anche ecologico, per non parlare della sua grande bellezza ed eleganza.
I tappi a vite
O Stelvin, o anche noti con il termine inglese “Screwcap”, sono argomento di discussione degli ultimi anni, dato che sempre più cantine stanno adottando questo tipo di tappo per imbottigliare le proprie bottiglie. Nonostante l’aspetto “da vino economico” che può far storcere il naso a molti consumatori, in realtà questo tipo di tappo rappresenta l’alternativa più valida al tradizionale sughero: i tappi di ultima generazione sono composti da una parte esterna di alluminio, una intermedia di stagno e quella interna a contatto col vino di resina sintetica, che garantisce un isolamento totale con l’esterno.
I tappi a vite in questo modo permettono l’assenza totale di qualsiasi tipo di contatto con agenti esterni il che, oltre a scongiurare eventuali danni ossidativi, consente di mantenere inalterate le caratteristiche innate di quel vino. Rappresentano dunque la scelta ideale per conservare vini giovani e freschi dove si vogliono mantenere le caratteristiche di acidità o aromaticità.
I tappi a corona
O “Crown cork”, sono stati brevettati nel XIX secolo e venivano utilizzati per contenere la pressione dei vini spumanti. Sono composti da materiale metallico e rivestiti all’interno di una resina elastica che permette una perfetta adesione con la bottiglia, ed anche di evitare qualsiasi scambio di ossigeno con l’esterno. Molte aziende stanno adottano il tappo a corona, convinte del fatto che un vino possa migliorare anche in assenza di micro-ossidazioni e spinte dai costi inferiori che questo materiale comporta. I tappi a corona restano comunque poco diffusi a causa delle (spesso false) convinzioni che un vino con il tappo a corona possa essere più scadente rispetto ad un vino con un tappo a vite.
In Italia, paese abbastanza tradizionalista soprattutto quando si parla di vino, si ha una maggiore difficoltà a sfatare le convinzioni che certi tipi di tappi, soprattutto a fronte delle ultime tecnologie, possano rappresentare delle soluzioni più che valide al sughero (anche se tutto dipende dalla tipologia di vino), ed è fondamentale scegliere materiali di buona qualità.
Quindi si può certamente affermare che per poter giudicare un vino dal tappo occorre conoscere tutte le caratteristiche del materiale del tappo e del vino in questione, per considerare qual’è il più consono alla tipologia di vino.
Non esiste il miglior tappo in assoluto, esiste il miglior tappo per una specifica tipologia di vino.
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