DONNHOFF

La famiglia Dönnhoff fa parte del mondo del vino da oltre 200 anni, Herrmann Dönnhoff, colto da inesorabile passione per il riesling, comprò i primi vigneti disponibili nel 1750.

Ma è solo nel 1971 quando l'allora ventiduenne Helmut, nipote del fondatore, prese in mano le redini della piccola azienda familiare, decidendo di supervisionarne le vinificazioni, (coincidenza vuole che proprio quell’anno fosse promulgata la legge che ancora oggi definisce il sistema della qualità dei vini tedeschi e che inserì anche la Nahe tra le 13 “denominazioni regionali di qualità” teutoniche), che la cantina iniziò a farsi conoscere al mondo.

La rivoluzione portata avanti da Helmut inizia quando ancora manca una consapevolezza diffusa sul valore del terroir, come dimostra la stessa normativa di allora e i sistemi di classificazione, focalizzati soprattutto sui Prädikat e sui contenuti zuccherini.

Dai 4 ettari di proprietà del nonno via via si arriva agli attuali 25, patrimonio che include i migliori vigneti della regione. Le alte densità di impianto, le pratiche agronomiche ecosostenibili, le vendemmie minuziose e selettive contribuiscono a garantire ottime maturazioni e, soprattutto, la salute delle uve. In cantina le fermentazioni sono prolungate, lentissime, con lieviti indigeni e ridotte chiarifiche, senza ricorso alla fermentazione malolattica, tanto è il contenuto dell’acido tartarico di questa varietà di uva.

Il ricorso al legno è limitatissimo, Dönnhoff utilizza botti grandi, provenienti dalla stessa regione. Tutto ciò esalta la singola parcella, ogni distinta identità, sia nei Trocken che nei Prädikat.

Alla domanda se abbia o meno preferenze tra i suoi vini, Helmut risponde di no, sorride calmo, e poi, pensoso, continua: “La scelta di un vino dipende da tante cose: dal momento, dal contesto, dall’umore, dalla situazione, dalla compagnia..come la scelta di un brano musicale”. 

Su Helmut Dönnhoff la critica ha tessuto le migliori lodi, tutte meritatissime e condivisibili: “il più grande viticoltore della Nahe”, “uomo stellare”, “colui che ha contribuito ad elevare la reputazione del Riesling nel mondo e che ha valorizzato la varietà dei suoli”.

Dönnhoff sta alla Nahe come la Romanèe Conti sta alla Côte d’Or.

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