Maxime Magnon rappresenta una delle figure più affascinanti e innovative del panorama vinicolo francese contemporaneo. Originario della Borgogna, Maxime non ha ereditato un domaine di famiglia, come spesso accade nella tradizione vitivinicola francese.
Nel 2002, mosso da un profondo amore per la terra e una visione pionieristica, ha scelto di stabilirsi nel cuore delle Hautes Corbières, precisamente a Villeneuve-les-Corbières, una zona che si affaccia sul confine meridionale di Fitou. Qui, tra terreni impervi e affascinanti, ha creato la sua storia, diventando uno dei principali fautori della rinascita dell’appellazione Corbières.
Il domaine si estende su 14 ettari di vigneti ripidi e frammentati, caratterizzati da suoli principalmente scistosi e calcarei. Questi terreni, quasi privi di topsoil e dominati da rocce e garrigue, rappresentano una sfida immensa per qualsiasi viticoltore. Eppure, è proprio questa natura aspra e selvaggia che conferisce ai vini di Maxime la loro straordinaria mineralità e autenticità. Le vigne, molte delle quali centenarie, comprendono varietà come Carignan, Grenache, Syrah, Cinsault e alcuni rari vitigni autoctoni, che Maxime lavora con cura artigianale.
Seguendo le orme di mentori illustri come Didier Barral e Jean Foillard, Maxime è un convinto sostenitore dell’agricoltura biologica e biodinamica. Nel suo approccio, la terra è vista come un ecosistema da rispettare e preservare. Durante i mesi invernali, greggi di pecore, asini e mucche pascolano tra le vigne, arricchendo il suolo e favorendo la biodiversità. L’intero processo di coltivazione e vinificazione è rigorosamente naturale: la fermentazione avviene esclusivamente con lieviti indigeni, senza utilizzo di pesticidi, insetticidi o altri interventi chimici. Le vinificazioni prevedono l’uso di grappoli interi, mentre i bianchi sono leggermente filtrati e solo minimamente solfitati in fase di imbottigliamento.
I vini di Maxime Magnon non solo restituiscono dignità a un’appellazione spesso sottovalutata, ma rappresentano anche un modello di equilibrio tra innovazione e tradizione. La sua maestria nel lavorare con vecchie vigne e varietà autoctone, insieme alla dedizione al rispetto del terroir, lo posizionano tra i viticoltori più visionari della sua generazione.
Attraverso ogni bottiglia, Maxime racconta una storia di passione, fatica e amore per una terra difficile ma straordinariamente generosa. I suoi vini non sono solo un piacere per il palato, ma un viaggio sensoriale tra le aspre colline delle Hautes Corbières.
